L’olivo e le sue origini

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L’olio extravergine di oliva è un condimento che fa parte della cucina e della dieta mediterranea. È radicato nella nostra cultura da millenni.

Ma da dove proviene questo frutto così importante per la nostra cultura? Scopriamolo insieme!

L’olivo è un albero da frutto, comparso probabilmente per la prima volta nell’Asia occidentale; con il tempo si diffuse in tutta l’area mediterranea dove il suo culto fu consacrato da tutte le religioni. La sua storia e quella delle civiltà affacciate sul mediterraneo si intrecciano da circa 7000 anni, tanto che costituisce una delle colture piu importanti e caratteristiche della regione mediterranea. In Europa ebbe inizio la sua diffusione ai tempi dei Babilonesi e Fenici e raggiunse il massimo prestigio con i Greci e i Romani. Intorno al 1500 fu esportato in America ed oggi è coltivato in tutto il mondo.

La storia dell’olivo tra miti e leggenda e tra sacro e profano

La storia dell’olio d’oliva ha origini antichissime, già risalenti alla preistoria, dato che tracce fossili di foglie di oleastro (un tipo di piana di ulivo selvatico) risalenti al Terziario (circa 300.000 anni fa) sono state rinvenute nel Nord Italia, nei pressi della pianura padana. Nel sud Italia, sono state trovate tracce di olivi selvatici del Neolitico (6.000-8.000 a.C.), così come nel Sud della Spagna e Nord Africa, laddove probabilmente il clima era più favorevole; la successiva deforestazione e l’innalzamento progressivo delle temperature, in aggiunta alla diffusione delle prime forme coltivate, hanno fatto scomparire la forma selvatica nella gran parte dei territori. Le evidenze più antiche di estrazione meccanica dell’olio, rappresentate da noccioli spezzati sono state trovate nella valle del Giordano (Asia occidentale) e risalgono al 3.500-4.000 a.C., e così l’olio di oliva comincia ad essere un prodotto agricolo di grande valore commerciale.

Nell’antica Grecia, ad Atene, esisteva un ulivo ritenuto il primo ulivo del mondo nato dalla lancia della stessa Atena e per questo era considerato sacro: i suoi rami erano utilizzati per intrecciare ghirlande per gli eroi e l’olio estratto dalle drupe degli ulivi che ricoprivano le pendici del Partenone veniva offerto in premio ai vincitori dei giochi Panatenei (le antiche olimpiadi). La presenza di una ricca iconografia legata all’olivo nelle ceramiche e nelle pitture, i riferimenti all’olivo e all’oleastro sono testimonianze indirette del valore attribuito dai Greci a questo albero.

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Fu durante l’Impero Romano che la coltura dell’olivo si affermò in tutto il Sud Europa e nei paesi del Nord Africa, particolarmente in Italia, Spagna, Marocco e Tunisia. Vennero attentamente codificate le tecniche di propagazione, di coltivazione e di estrazione dell’olio, le aree di produzione si specializzarono sulla base delle condizioni pedoclimatiche e della destinazione del prodotto. Non appena si stabilivano le legioni, venivano piantati ulivi, viti e grano. I romani si ungevano il corpo con l’olio per renderlo più vigoroso, mentre durante l’inverno era utilizzato dai soldati per proteggere la pelle dal freddo. Anche gli Antichi Romani , intrecciavano ramoscelli di ulivo che venivano consegnati ai cittadini più valorosi come simbolo di premiazione.

Dopo l’epoca romana, l’olivicoltura ha subito in tutto il Mediterraneo una lunga fase di declino, da cui è riemersa in epoca moderna, per l’impiego dell’olio come fonte energetica, destinato prevalentemente all’illuminazione e, ancor più recentemente, la coltivazione dell’olivo si è solidamente affermata per l’uso alimentare dell’olio e dei frutti, estendendosi ben oltre i confini del Mediterraneo.

Nella religione Cristiana la pianta dell’ulivo assume diverse simbologie; per una di queste narra la leggenda che Noè dopo il diluvio universale fece uscire una colomba dall’arca e questa ritornò con un ramoscello di ulivo nel becco, segno che le acque si stavano ritirando e che la pace sarebbe tornata sulla terra. Cosi diventò simbolo trascendente di spiritualità e sacralità, in quanto sinonimo di rinascita e fertilità, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore perchè confermava la fine del castigo e la rinconciliazione di Dio con gli uomini. Inoltre, il ramoscello di ulivo viene usato come da tradizione per celebrare la domenica delle Palme, vengono benedetti e i fedeli possono conservarli in quanto le sue fronde rappresentano la pace, l’onore, la vittoria.

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L’olio di oliva è simbolo di fede dell’uomo e della presenza di Dio, è molto presente nella liturgia cristiana, e insieme al frumento e al vino, l’olio è l’alimento che Dio promette al suo popolo nella terra promessa.

La pianta considerata longeva, secolare, sacra, dalla quale oggi si ricava olio extra vergine di oliva, rappresentava nella mitologia, come nella religione, un elemento naturale di forza e purificazione. Si diffonde così nel mediterraneo come la pianta piu insostituibile per condire i cibi e conservarli.

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Pane e olio, connubio tra storia e tradizione